Prevenire le liti

Prevenire le luiti: come in medicina, la prevenzione costituisce lo strumento migliore per trattare le fonti di contenzioso.  Un’adeguata prevenzione, infatti, consente di limitare fortemente l’insorgere del contenzioso stesso.


La prevenzione costa, ma consente in definitiva molti risparmi.

Qualora il contenzioso insorga comunque, va considerato come un elemento spesso fisiologico di qualunque rapporto umano, da affrontare ricorrendo alla negoziazione e alla mediazione rappresentano gli strumenti.

In tal modo, solo i conflitti veramente “patologioci” verranno trattati mediante il ricorso all’autorità giudiziaria, che – continuando con il precedente paragone – possiamo assimilare ad un intervento chirurgico, comportante spesso  traumi, rischi  e costi significativi.

In cosa consiste la prevenzione di una lite? Quali ne sono i passi fondamentali, nel momento in cui si decide di aprire una trattativa per instaurare un rapporto (e cioè stipulare un contratto ovvero costituire una società)?

1) Valutare attentamente il proprio potenziale partner, esperendo –  se del caso – adeguate indagini – onde valutare la sua reputazione, la solidità economica, i risultati di eventuali precedenti attività. Quasto esame viene spesso trascurato, … salvo poi pentirsi amaramente in epoca successiva, quando ci si trova ormai legati con qualcuno che rivela poi delle “sorprese”.

2) Curare attentamente la redazione del testo contrattuale ovvero dello statuto sociale che andranno a regolare i futuri rapporti. Anche questo passo viene sovente trascurato, se non addirittura vissuto con fastidio. Per contro, investire nella contrattualistica – dedicandovi il tempo necessario e negoziando con attenzione le singole clausole – rappresenta uno degli elementi fondamentali nella prevenzione.

In particolare, sarà necessario prestare adeguata attanzione a:

  • la chiarezza del testo contrattuale, sia nel testo delle singole clausole che nel tenore complessivo del documento, evitando ambiguità: in altre parole, va individuato sempre “chi fa che cosa ed a fronte di quale impegno dell’altra parte”
  • assumere obbligazioni che poi siano concretamente eseguibili, conservando un adeguato margine economico
  • assicurare sostenibilità ed equilibrio tra le parti: se una di esse subisce condizioni inique o troppo gravose, vorrà quanto prima sottrarsi agli obblighi assunti, cercando ogni prestesto: quand’anche tale azione sia infondata sul piano giuridico, tale condotta minerà verosimilmente la fiducia tra le parti, minando così la tenuta del rapporto;
  • prevedere meccanismi che salvaguadino efficacemente da eventuali inadempimenti dell’altra parte, quali riserve di proprietà, garanzie, strumenti di verifica della qualità, ….
  • proteggere adeguatamente i propri brevetti ed i propri marchi, magari prima di stabilire un rapporto con un soggetto (ad esempio un licenziatario) che abbia poi il diritto ad usarli;
  • valutare adeguatamente i poteri in capo a ciascuna delle parti, predisponendo – se del caso – meccanismi atti a creare un sistema di “pesi e contrappesi”;
  • valutare preventivamente le conseguenze di un’eventuale rottura del rapporto (ad esempio: chi manterebbe il controllo del mercato?);
  • inserire clausole di mediazione, accompagnate da quelle arbitrali, qualora queste ultime appaiano utili (con l’accortezza di valutare adeguatamente la tipologia di arbitrato ed il numero di arbitri che verranno impiegati: un collegio di tre arbitri ha spesso costi “spaventosi” ed è inadeguato per tale ragione a controversie di valore non troppo elevato);
  • se il rapporto coinvolge parti aventi residenza o sede legale in Stati diversi, pattuire la legge applicabile al contratto (solitamente le parti non comprendono perché i loro consulenti giuridici affontano questo tema, che tuttavia è fondamentale, poiché cambiando la legge di riferimento, può addirittura cambiare in certi casi l’intero equilibrio economico del rapporto).