L’Italia è chiamata a ratificare il trattato CETA, concluso tra Canada ed Unione Europea (ratifica CETA). Le discussioni vertono sulle questioni oggetto della seguente interrogazione parlamentare.
Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00394 (su ratifica CETA)
Atto n. 3-00394
Pubblicato il 21 novembre 2018, nella seduta n. 61
Svolto nella seduta n. 62 dell’Assemblea (22/11/2018)
DE PETRIS – Al Ministro dello sviluppo economico.
Premesso che:
è stata istituita presso il Ministero dello sviluppo economico una task force sui trattati commerciali e la prima riunione tenutasi il 20 novembre 2018 ha avuto ad oggetto il CETA, con all’ordine del giorno la tutela delle indicazioni geografiche, che è stata impostata, alla presenza dell’ambasciatrice canadese in Italia, su un’esposizione pro CETA da parte degli uffici del Ministero, degli avvocati di parte canadese, di uno studio legale privato che difende la posizione commerciale di alcune imprese e consorzi italiani a Bruxelles e in Canada, e di una singola azienda che ha spiegato come, grazie ai loro servizi, ha ottenuto la registrazione in Canada dell’indicazione geografica prosciutto di Carpegna indipendentemente dalle previsioni del CETA;
le parti rappresentate erano in larga maggioranza favorevoli all’accordo e che nessuna voce critica o contenuto tecnico interlocutorio era stato contemplato tra gli interventi programmati, ma relegato tra i “Q&A”;
l’ambasciatore italiano in Canada ha riferito che, pur considerando il CETA una scelta irrinunciabile per il Paese, rimangono aperti problemi di implementazione del trattato stesso a partire dalla tutela dai fenomeni di misleading e di italian sounding, e di gestione della “quota TRQ”;
attraverso la Francia, grazie al CETA, stando alla denuncia della “Fondation pour la nature et l’homme”, sono entrati nel mercato europeo cereali canadesi contaminati da atrazina, che è tra le 99 sostanze chimiche vietate in Italia e perfettamente legali in Canada;
il nuovo trattato di liberalizzazione commerciale sottoscritto dal Canada con Stati Uniti e Messico (USMCA, il nuovo Nafta) ha cambiato molte regole del mercato interno canadese, a partire dall’origine, per cui non sarà più possibile individuare contenuto statunitense o messicano nei prodotti trasformati o manifatturieri provenienti dal Canada, alterando così le condizioni di partenza e di vantaggio comparato sulle quali il CETA è stato negoziato;
l’USMCA ha abolito il sistema di tracciabilità e etichettatura canadese degli organismi geneticamente modificati, rendendo di fatto impossibile la loro individuazione in patria, in materie prime, semilavorati e trasformati canadesi anche destinati al mercato europeo, scaricando oltre confine l’onere dei controlli;
grazie al CETA, il nuovo Nafta permette a oltre 40.000 corporation Usa con base in Canada di ottenere sui nostri mercati gli stessi vantaggi assicurati alle imprese canadesi e di fare pressione sui comitati regolatori riservati per abbattere garanzie e standard europei che ritengono più costosi e svantaggiosi per i loro interessi;
considerato che:
se l’Italia ratificherà il CETA al nostro Paese verrà imposto il pericoloso arbitrato ISDS/ICS, che limiterebbe fortemente la nostra democrazia, a differenza del Canada che ne ha ottenuto l’eliminazione dal nuovo trattato con gli Usa;
un ampio movimento di cittadini, associazioni, sindacati, produttori, movimenti ecologisti, del commercio equo e delle economie solidali della campagna “Stop TTIP/CETA” ha chiesto e ottenuto un impegno pubblico preciso dalle forze di Governo, come da molti partiti e eletti delle opposizioni, per la bocciatura del CETA e la riapertura di un negoziato con la Commissione europea sulla struttura e le priorità dei negoziati commerciali condotti anche a nome dell’Italia, e chiede che si arrivi quanto prima a un conseguente voto in Aula;
si è costituito un intergruppo parlamentare “No CETA”, che vede tra le sue fila esponenti di tutti i Gruppi, uniti nel rappresentare la richiesta di cittadine e cittadini di monitorare tutti gli effetti legati all’implementazione del trattato e nell’invocare coerenza rispetto agli impegni assunti,
si chiede di sapere,
a fronte anche delle ripetute dichiarazioni pubbliche contrarie al CETA del Ministro in indirizzo e del vicepremier Salvini, quali siano le reali intenzioni del Governo rispetto al CETA e quale sia il mandato, la missione, la composizione, la metodologia e la roadmap della task force istituita in seno al Ministero dello sviluppo economico.