Programmazione Neurolinguistica

La Programmazione Neurolinguistica (PNL) nasce ufficialmente nel 1975 presso l’Università della California, a Santa Cruz, dal linguista John Grinder e da Richard Bandler, matematico e studioso della teoria della Gestalt, entrambi decisi a rendere espliciti i modelli di eccellenza umani.

ll movimento di pensiero che ha originato la PNL risale però alla fine dell’Ottocento. Nel 1902, Ivan P. Pavlov (1849-1936) analizza su basi fisiologiche il comportamento degli animali e studia l’importanza nell’apprendimento del condizionamento esterno. Più tardi la PNL utilizzerà questi concetti nelle tecniche sull’ancoraggio.

Nel 1905, Edward L. Thorndike (1874 – 1949) scrive che “gli atti che, in una data situazione, producono soddisfazione finiscono con l’essere associati a quella situazione cosicché, quando essa si ripresenta, vi sono maggiori probabilità che gli stessi atti vengano ripetuti rispetto al passato: ciò significa che il comportamento implica una scelta”. I processi psichici sono quindi “connessioni” che nascono tra situazioni e risposte. La PNL amplierà notevolmente l’argomento attraverso lo studio delle strategie di comportamento.

L’avvento della teoria della Gestalt, (1920 – 1930), pone in evidenza un altro concetto che verrà approfondito dalla PNL “i soggetti percepiscono ponendo delle relazioni tra gli elementi dell’esperienza e riconoscendo in essa delle strutture o organizzazioni privilegiate”. La PNL svilupperà il concetto con le Submodalità, tecniche finalizzate a modificare la percezione della realtà e delle emozioni ad essa legate.

Nel 1941, Alfred Korzybsky menziona la Neurolinguistica come un’area di studi relativa alla Semantica generale, definendola come chiave fondamentale per comprendere il ruolo e i limiti che il linguaggio possiede nella costruzione delle cosiddetta “mappa individuale”. Da qui la differenziazione tra “mappa”, ossia l’interpretazione soggettiva e “territorio” l’interpretazione oggettiva. La PNL amplierà l’argomento attraverso lo studio delle Posizioni Percettive, tecniche orientate a comprendere la percezione della altrui realtà, al fine di migliorare la comunicazione e l’empatia.

Gli studi sul comportamento di Konrad Lorenz e George A. Miller portano alla conclusione che “anche le abilità complesse, come il linguaggio, possono essere spiegate in termini di sequenze periferiche di associazione di stimoli… potenzialmente tutto il comportamento è pianificato centralmente proprio come un computer che è programmato per svolgere certe operazioni.” Partendo da questo concetto la PNL svilupperà tecniche per la Ristrutturazione dei comportamenti.

Alla fine degli anni ’80, Judith De Lozier e John Grinder con il “New Code” propongono di uscire dal concetto di analisi del solo soggetto (Classic Code) e di integrare anche ciò che lo circonda e che lo rende attivo nell’ambiente. Sulla scia di questa intuizione Robert Dilts e Todd Epstein sviluppano il concetto di PNL Sistemica che – attraverso un “approccio ecologico” – integra  nella PNL la cura attenta al benessere generale.

La PNL Sistemica sposta l’attenzione dall’obiettivo allo scopo. Quali vantaggi può raggiungere un comportamento che sia vantaggioso per tutti gli elementi che costituiscono il sistema (se stessi, gli altri e l’ambiente)?

Approccio cibernetico allo studio del comportamento umano

La PNL, che si avvale di varie teorie proposte nel corso degli studi sulla psicologia umana, non ha forse scoperto nulla di nuovo, ma ha strutturato queste intuizioni in processi applicativi pratici, veri e propri strumenti di lavoro utili in vari contesti (ad esempio nel corso di una mediazione).

Ogni comportamento umano è frutto di un legame attivo che avviene tra linguaggio e sistema nervoso. Attraverso questa integrazione l’individuo attua dei veri e propri algoritmi.

La PNL studia i “programmi” creati dalle interazioni che avvengono tra linguaggio, mente e corpo e che determinano un comportamento produttivo o non produttivo.

La PNL possiede presupposti che rendono univoche le interpretazioni di ciò che è osservabile tanto da poterle inserire in un processo pragmatico testabile, applicabile e ripetibile. In questo modo l’individuo può comprendere la sua situazione di partenza in virtù di un nuovo punto di arrivo determinato dal cambiamento.

I libri sulla PNL possono sì dare un aiuto nell’acquisire i concetti teorici, ma è solo attraverso il processo esperienziale che si attua un apprendimento completo.
Probabilmente la cosa più interessante della PNL è la sua immediatezza e praticità. Grazie all’esperienza diretta durante il training, le tecniche possono effettivamente essere comprese e fatte proprie.

La Programmazione Neurolinguistica è una scienza del comportamento che prevede:

  • un’epistemologia – sistema di conoscenze
  • una metodologia – processi e procedure per l’applicazione della conoscenze
  • una tecnologia – accessori che aiutano l’applicazione della conoscenze.

Tali conoscenze appaiono particolarmente utili per il mediatore, al fine di aiutare le parti in lite a smuoversi dalle posizioni su cui solitamente sono arrocate, cosa costituente il principale blocco a qualunque negoziato.